E all'epoca, vedendo che un gioco prendeva votazioni inferiori all'8, non lo consideravi manco di striscio, specie dopo esserti informato presso più fonti di questo gioco di draghi.
E allora com'è, questo Lair, a distanza di quattro anni dalla sua pubblicazione europea, di una buona fetta del tua pubertà e al netto di un euro grazie alla promozione sopraccitata?
Cavalcare un drago, nel mezzo di un Maelstrom aereo, mentre diluvia in modo incessante. Doccia di epicità servita. |
Di certo non è il merdaio che t'è sempre parso: al di là dell'amare il fantasy in mondo sconsideratamente illogico, cavalcare un drago è sempre stato un sogno ricorrente nei lunghi anni intercorsi dalla prima visione di Dragonheart a codesto acquisto.
Ed è dunque con piacere che, pad alla mano, primi singhiozzanti momenti d'incertezza gestionale dei movimenti della bestia superati, hai scoperto in Lair null'altro che un onesto simulatore di volo in cui gli aerei vengono sostituiti da lucertoloni sputafuoco macina armate. Mica cazzi.
Certo, capisci il perché di tutte quelle recensioni negative: i difetti oggettivi di Lair sono sia esteticamente che funzionalmente lapalissiani, a partire da un framerate che guardaGokusousareilteletrasporto per arriva a girastronzogira!.
Ma partiamo piuttosto dai pregi oggettivi del titolo, così da potercene lavare le mani il prima possibile.
Ed è dunque con piacere che, pad alla mano, primi singhiozzanti momenti d'incertezza gestionale dei movimenti della bestia superati, hai scoperto in Lair null'altro che un onesto simulatore di volo in cui gli aerei vengono sostituiti da lucertoloni sputafuoco macina armate. Mica cazzi.
Certo, capisci il perché di tutte quelle recensioni negative: i difetti oggettivi di Lair sono sia esteticamente che funzionalmente lapalissiani, a partire da un framerate che guardaGokusousareilteletrasporto per arriva a girastronzogira!.
Ma partiamo piuttosto dai pregi oggettivi del titolo, così da potercene lavare le mani il prima possibile.
Che tutti i draghi, in Lair, si chiamano Drago. Epic Win. |
In primo luogo il titolo Factor 5 ha dalla sua una buona componente narrativa: ché malgrado i motivi della faida tra Asyliani e Mokai non siano ben chiari, i filmati fanno il loro lavoro, propongono una CG decente e raccontano una storia originale e sulle prime intrigante, che purtroppo sulla lunga distanza (si fa per dire, c'arriveremo) sa un pò di tirata via, ma che è comunque in grado di regalare qualche spunto d'interesse.
In secondo luogo, Lair si avvale dell'utilizzo di un comparto sonoro sontuoso: tralasciando lo scandaloso doppiaggio italiano (ché i toni espressivi sono talmente decontestualizzati che spesso vien da provare a settare il tutto in linguaggio anglofono) le composizioni del titolo sono a dir poco epiche, evocative, azzeccate; in virtù soprattutto di macroconflitti più che riusciti grazie al gran numero di unità a schermo, la colonna sonora di Lair riesce a restituire l'epicità che ci si aspetterebbe da uno di quei movie-qualcosa d'inizio anni '00 (a la Troy, per dirne uno).
Chiude un'insolitamente lunga carrellata di pregi un'analisi al comparto animazioni: i movimenti dei nostri fidi destrieri sono un fluido susseguirsi di piroette e cambi di direzione, di planate radenti il suolo e di conati di fiamme che carbonizzano i nostri nemici, inermi di fronte al bendiddio muscolarmente virtuale del nostro drago, naturale nelle azioni aree tanto quanto in quelle appiedate, malgrado il deficitario comparto tecnico infici saltuariamente sulla qualità globale delle stesse.
Che poi, ad esser disperatamente in astinenza da scenari alla Shogun Total Warrior (o di un Total Warrior a caso), si potrebbe includere tra i pregi la presenza di migliaia di unità a schermo, malgrado esse siano per lo più figurine da macinare a palle di fuoco/artigliate/codate, in grado di contribuire ulteriormente al succitato senso d'epicness.
In secondo luogo, Lair si avvale dell'utilizzo di un comparto sonoro sontuoso: tralasciando lo scandaloso doppiaggio italiano (ché i toni espressivi sono talmente decontestualizzati che spesso vien da provare a settare il tutto in linguaggio anglofono) le composizioni del titolo sono a dir poco epiche, evocative, azzeccate; in virtù soprattutto di macroconflitti più che riusciti grazie al gran numero di unità a schermo, la colonna sonora di Lair riesce a restituire l'epicità che ci si aspetterebbe da uno di quei movie-qualcosa d'inizio anni '00 (a la Troy, per dirne uno).
Chiude un'insolitamente lunga carrellata di pregi un'analisi al comparto animazioni: i movimenti dei nostri fidi destrieri sono un fluido susseguirsi di piroette e cambi di direzione, di planate radenti il suolo e di conati di fiamme che carbonizzano i nostri nemici, inermi di fronte al bendiddio muscolarmente virtuale del nostro drago, naturale nelle azioni aree tanto quanto in quelle appiedate, malgrado il deficitario comparto tecnico infici saltuariamente sulla qualità globale delle stesse.
Che poi, ad esser disperatamente in astinenza da scenari alla Shogun Total Warrior (o di un Total Warrior a caso), si potrebbe includere tra i pregi la presenza di migliaia di unità a schermo, malgrado esse siano per lo più figurine da macinare a palle di fuoco/artigliate/codate, in grado di contribuire ulteriormente al succitato senso d'epicness.
"Tranquillo signor Drago, staremo qui a fare i bersagli per tutta la missione!" |
Ma allora che c'è di così male in Lair?
Beh, oggettivamente, qualsiasi cosa. Perché l'inabilità di un motore grafico evidentemente obsoleto già all'epoca rende l'azione ora confusionaria, ora ingodibile. Perché i mai troppo rari errori di rilevazione del movimento del sixasis rendono l'aggirarsi per il campo di battaglia una concatenazione di bestemmie che neanche la 20 hit-combo di Nina Williams. E perché su, dai, non puoi pubblicare un gioco che duri DUE ore.
Due. Ore. 120 minuti. Che poi uno pensa ai poveri stronzi che l'hanno comprato a prezzo pieno e prova rabbia per loro.
Beh, oggettivamente, qualsiasi cosa. Perché l'inabilità di un motore grafico evidentemente obsoleto già all'epoca rende l'azione ora confusionaria, ora ingodibile. Perché i mai troppo rari errori di rilevazione del movimento del sixasis rendono l'aggirarsi per il campo di battaglia una concatenazione di bestemmie che neanche la 20 hit-combo di Nina Williams. E perché su, dai, non puoi pubblicare un gioco che duri DUE ore.
Due. Ore. 120 minuti. Che poi uno pensa ai poveri stronzi che l'hanno comprato a prezzo pieno e prova rabbia per loro.
E manco a dirlo l'inserimento di personaggi talmente piatti, talmente privi di carisma, pregiudica lo svilupparsi in modo convincente di una trama per una volta originale ed intrigante, in cui i colpi di scena sarebbero sì scontati ma ben scritti, non fosse per il piattume che li anima.
Chiude il tutto l'inserimento del corpo a corpo tra draghi, esaltante sulle prime, noiosa prassi dopo due-tre sessioni, malgrado sia possibile (in modo peraltro del tutto involontario) sbloccare insulse combo da utilizzare durante le stesse (per cui non c'è UNA voce da consultare onde sapere quali si possano o meno eseguire), che riescono a far fare bella figura pure alle nefandezze che il limitato sistema di controllo dimostra negli scontri appiedati.
In foto: una tipica scena di riproduzione draconica, rigorosamente a mezz'aria |
In sostanza, preso come titolo del "meh, dai, sì" da cui non ti aspetti una cippa, Lair può anche regalare qualche ora di divertimento, specie se si considera il sistema di medaglie che potrebbe invogliare a rigiocare le missioni già giocate, specie se appassionati di epic fantasy (e quale fantasy che non sia Twilight non lo è?).
Certo però che se uno si aspetta qualcosa di più del giochino di sparare fuoco, si attenga al contrario all'invito di virgiliana natura "Non ti curar di loro, ma guarda e passe".
Certo però che se uno si aspetta qualcosa di più del giochino di sparare fuoco, si attenga al contrario all'invito di virgiliana natura "Non ti curar di loro, ma guarda e passe".
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